Ernia inguinale
Si fa strada nella regione inguinale, area triangolare delimitata:
- in basso da una linea che si identifica con il legamento inguinale;
- medialmente dal margine laterale del Muscolo retto dell’addome;
- da una terza linea ideale che congiunge la spina iliaca anteriore superiore al margine del muscolo retto.
Questa area è percorsa dal canale inguinale (costituito da un orifizio interno, dal canale vero e proprio e da un orifizio esterno) che nel maschio è attraversato dal funicolo spermatico e nella donna dal legamento rotondo dell’utero.
L’ernia nel suo percorso segue il canale inguinale impegnandone prima l’orifizio interno, poi progressivamente tutto il resto fino a sporgere fuori dall’orifizio esterno. Nel suo progredire viene a contatto con il funicolo spermatico infiltrandosi tra gli elementi che lo compongono e con i quali contrae aderenze lasse. Una volta superato l’orifizio esterno il sacco erniario occupa nel maschio la borsa scrotale, nella donna la regione delle grandi labbra. Rispetto a questo percorso si distinguono vari quadri clinici:
- Punta d’ernia: corrispondente all’impegno iniziale dell’ernia nell’orifizio interno, non è visibile né apprezzabile.
- Ernia interstiziale: quando il sacco e quindi l’ernia hanno invaso il canale inguinale. Non è visibile ma apprezzabile.
- Ernia inguino-scrotale: rappresenta la forma più avanzata ed evidente. L’ernia infatti, inizialmente piccola (il termine greco da cui deriva: ἔρνος,-ους significa ‘germoglio’, ‘bocciolo’), ha la caratteristica di aumentare di volume col tempo occupando progressivamente lo scroto.
Nelle fasi iniziali l’ernia, anche se non visibile, può essere svelata ricorrendo ad una manovra particolare che consiste nell’introduzione, da parte dell’esaminatore, del dito indice nello scroto del paziente a contatto con l’orifizio inguinale esterno. Il paziente viene invitato quindi ad uno sforzo, un colpo di tosse. Ciò determina un aumento della pressione endo-addominale che spinge i visceri verso la porta erniaria e quindi verso il canale inguinale. L’ernia lo percorre e, anche se per un attimo, sporge dall’orifizio esterno venendo a contatto con il polpastrello dell’esaminatore. La diagnosi di ernia inguinale è agevole nelle forme conclamate, difficile in quelle iniziali, impossibile, almeno clinicamente, agli esordi. Nelle forme scrotali si impone la diagnosi differenziale con alcune patologie a carico del testicolo: varicocele, idrocele, tumori.
Ernia crurale
Questa ernia, conosciuta anche come ernia femorale si manifesta nella regione crurale (in corrispondenza del triangolo di Scarpa: anello muscolare in cui passa il fascio vascolo nervoso femorale). Si fa strada attraverso la porta crurale, orifizio che serve al passaggio dei grossi vasi della coscia: arteria e vena femorale. Colpisce quasi esclusivamente il sesso femminile, in cui rappresenta circa il 50% di tutte le ernie, a causa della configurazione del bacino che comporta uno slargamento di questa porta. È costituita soprattutto da epiploon, non raggiunge mai grandi dimensioni e abitualmente non è riducibile. La diagnosi clinica è semplice nelle forme conclamate e la posizione della tumefazione che rimane costantemente al di sotto della linea inguinale di Malgaigne (che idealmente congiunge la spina iliaca anteriore superiore al tubercolo pubico) serve a distinguerla dalle ernie inguinali in cui la tumefazione si presenta invece al di sopra. Più problematica è invece la diagnosi differenziale rispetto alle tumefazioni a carico del linfonodo di Cloquet, un grosso linfonodo presente in sede crurale e che può essere interessato da varie patologie, anche gravi.
Ernia ombelicale
Rappresenta la terza in ordine di frequenza tra le ernie addominali. Si manifesta nella regione ombelicale facendosi strada attraverso l’orifizio ombelicale. Si distinguono varie forme:
- Ernia embrionale e fetale. Sono entrambe di natura congenita essendo legate ad un difetto di chiusura della parete addominale presente alla nascita. L’ernia embrionale è detta onfalocele.
- Ernia neonatale. Si osserva nel neonato per un difetto di chiusura dell’ombelico dopo la caduta del cordone ombelicale. Tende a regredire spontaneamente, in genere entro il primo anno di vita, altrimenti va trattata chirurgicamente.
- Ernia dell’adulto. Tipica ernia da debolezza si può manifestare a tutte le età e nei due sessi con prevalenza per quello femminile e per le persone di colore. Può diventare anche molto voluminosa. Nelle forme inveterate sono frequenti fenomeni aderenziali tra il sacco e la cute che può presentare edemi e piccole ulcere. L’ernia ombelicale può essere irriducibile ed andare incontro, sia pure raramente, a strozzamento. Si accompagna in qualche caso a disturbi di tipo dispeptico e a dolori vaghi irradiati a fascia.
Ernia epigastrica
È localizzata in regione epigastrica, quindi mediana e sovra-ombelicale. Si fa strada attraverso le piccole lacune presenti nella linea alba e che servono al passaggio dei vasi e dei nervi locali. Può contemporaneamente presentarsi in più di un punto. Raggiunge al massimo il volume di un piccolo uovo e contiene per lo più epiploon, grasso preperitoneale e solo raramente anse intestinali. Le ernie, quando piccole, possono rimanere a lungo asintomatiche. Altre volte, anche in assenza di tumefazioni evidenti, possono manifestarsi con sintomi anche rilevanti: dolore a cintura, dispepsia, gastralgia, che richiedono una diagnosi differenziale con alcune patologie importanti quali la pancreatite o la malattia peptica.